Ansia sociale e timidezza cosa fare e come comportarsi. l’ansia sociale per molto tempo è stata utilizzata come termine intercambiabile con timidezza, in realtà la timidezza è l’ ansia sociale sono due cose ben distinte anche se hanno molti aspetti in comune.
Molti pensano che la timidezza è una caratteristicacaratteriale. La timidezza ha sicuramente delle ragioni scatenanti alle spalle, ma il timido fondamentalmente agisce con circospezione e ha molta paura del modo in cui verrà giudicato.
La persona timida è una grande osservatrice e cerca di analizzare la situazione:se vede che che la sua timidezza viene rispettata si sente in un certo senso “al sicuro” e riesce a rompere questo suo limite stabilendo una zona di confort.
La persona che soffre di ansia sociale e timidezza invece no, la persona vittima di ansia sociale o fobia sociale cerca inconsciamente di avvalorare le sue paure in ogni modo possibile e immaginabile, e razionalmente non è in grado di rendersene conto.
Le persone timide non sono timide in tutte le occasioni.
La persona timida sa di essere timida, e anche se apprezza se stesso cerca sempre di ritrarsi; non gli piace mettersi al centro dell’ attenzione ma può nonostante tutto avere una buona opinione di sé.
Magari giustifica il suo atteggiamento con il fatto di essere timido ma con ciò capisce di avere delle qualità che magari non mostrerà mai a tutti perché se ne vergogna, ma che comunque è consapevole di di avere.
Essere coscienti delle proprie capacità e dare un valore a sé stessi e importantissimo, la persona che soffre di ansia sociale spesso volentieri è convinta di non essere capace è convinta di non essere piacente è veramente convinta che tutto quello che gli capita e in qualche modo da ricercarsi al suo interno per una sua colpa per una sua commissione.
La persona timida anche se viene messa in imbarazzo certo, rimane scioccata dall’ evento ma riesce a superarlo sempre con la sua timidezza la persona che soffre di ansia sociale e timidezza conseguente quando viene messo in imbarazzo genera un trauma delle proprie che peggiora moltissimo la sua situazione e lo rende incapace di riproporre quella situazione perché le immagini generate dal suo imbarazzo lo tormentano gli si ripropongono matematicamente.
Parlando di ansia sociale non posso fare a meno di iniziare narrandovi la mia storia personale, anche perché io in realtà, non essendo un “professionista” posso esclusivamente rapportarmi ad essa.
Io ho sofferto di ansia e attacchi di panico che si sono evoluti nelle forme più strane bizzarre e sintomatiche sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Premetto che sono sempre stato una persona equilibrata e piena di me, non hai avuto questo tipo di problemi, poi ad un tratto qualcosa nella mia mente si è rotto.
Qualcuno mi ha suggerito che è accaduto perché è cambiato il mio stato sociale: mi sono assunto delle responsabilità molto pesanti, oppure perché ho subito un eccessivo carico di stress o forse perché ho avuto una madre apprensiva.
Comunque il motivo rimane un mistero ricordo che nelle mie molte sedute me ne sono state dette tante, e mi sono stati prescritti farmaci, ma la la mia verità personale e che i risultati migliori e duraturi li ho ottenuti soltanto da solo: guardandomi allo specchio interiore e aprendo gli occhi su me stesso.
Tornando alla mia esperienza con la timidezza e ansia sociale devo dire, e non vi stupite perché è cosa molto comune, ho provato anche quella.
I professionisti normalmente tendono a catalogare tutti i sintomi delle varie situazioni ansiose con nomi diversi con categorie diverse con gravità diversa, io personalmente da profano che ha subito quattro anni di ansia continua posso garantirvi, che dal mio punto di vista le differenze e i sintomi erano molto più sfumati.
Questo chiaramente è un mio punto di vista, non è la verità assoluta come non lo è nessun parere, siamo in un campo sconosciuto e molto molto soggettivo, la mia ansia sociale si manifestava in maniera molto subdola quando mi trovavo in situazioni di aggregazione.
Senza rendermene conto avevo smesso di uscire ed io ho dato la colpa alla mia ansia generale ,al fatto che non mi sentivo bene.
Ma analizzando il termine “non mi sento bene” e analizzando me stesso, ho imparato a capire che non era proprio la realtà.
Allora decisi di testarmi e cominciare ad uscire anche se assolutamente non ne avevo voglia.
I primi sintomi fisici si manifestavano nei preparativi per uscire, quella che normalmente viene chiamata ansia anticipatoria dai mal di testa alle sensazioni di debolezza le gambe che cominciavano a tremare, alle palpitazioni e strani fenomeni fra lo stomaco il cuore.
Non mi piacevo con nessun abito addosso.
Ho imparato a capire che queste sono tutte scuse, che la nostra psiche elabora per cercare di impedirti di fare quella cosa .
Mentalmente ti senti più al sicuro non uscendo e rimanendo nella tua zona di confort.
Questo fenomeno comunemente viene chiamata “evitamento “.
Quando uscivo e mi trovavo in compagnia degli altri mi sentivo perennemente osservato , i primi tempi mi guardavo allo specchio cercato di capire cosa non andasse nella mia immagine.
Mi sembrava qualcosa di mostruoso, le ombre e le luce sul mio volto mi facevano sembrare un vecchio, i capelli mi sembravano sempre scompigliati tagliati male.
Mi sentivo veramente a disagio pensavo che tutti mi guardassero e mi trovassero fuori luogo mi sentivo freddo paralizzato, mi sentivo estraneo al gruppo come se fossi in un’altra stanza avvertivo in modo tattile la distanza che c’era tra me e le altre persone quando qualcuno mi parlava o cercavo di parlarvi mi sembrava che guardassero sempre in altre direzioni come se volessero in tutti i modi distaccarsi dalla mia compagnia e questo mi faceva sentire male.
Non era come in passato in cui ogni nuova uscita era una nuova avventura l’inizio di un qualcosa che partiva e non si sapeva dove poteva andare a finire, era veramente eccitante.
La realtà del momento era che mi sentivo in una gabbia volevo solo scappare avrei avuto voglia di sparire e diventare invisibile.
Ma la cosa sconcertante è che NULLA fuori era cambiato, il cambiamento era solo DENTRO di me.
Scusate il termine forse un po brusco ma è la pura verità, non ho mai pensato a sparire sinceramente, anche se so che molte persone che soffrono di ansia e attacchi di panico arrivano a pensarlo è questa una cosa veramente devastante chi ha questo tipo di pensieri e importante che ascolti un medico e che si circondi delle persone che gli vogliono bene,è importantissimo.
Anche se non credo nei farmaci penso che alcuni farmaci possono nell’ immediato dare sollievo e spegnere alcuni impulsi che è necessario per evitare di fare gesti inconsulti.
E’ veramente importante CHIEDERE AIUTO PROFESSIONALE nel caso in cui il tuo stato mentale non sia solo ansia e problemi a socializzare, ma questo LO PUOI SAPERE SOLO TU NESSUN ALTRO.
In ogni modo non riuscivo mai a finire una serata con i miei amici, quando fissavo un appuntamento per uscire o io cercavo sempre di andare con la mia auto, perché tanto non riuscivo mai a finire un’uscita con loro.
Ad un certo punto la mia ansia sociale e timidezza entrava in azione con una scusa o con l’altra dovevo andare via. e allo stesso tempo anche se in qualche maniera assecondavo le mie paure, andando via cadevo nell’ansia e nel panico perché consapevole di privarmi di qualcosa .
In macchina poi venivo assalito dalle mie paure : un malore, oppure che mi sentissi male o che succedesse un incidente!
Le idee e le immagini si proiettavano nella mente ad una velocità impressionante: non potevo fare nulla per impedire che loro si manifestassero, più cercavo di respingerle e combatterci più i sintomi fisici dell’ansia aumentavano.
Ricordo un altro momento, in cui ero intento a fare una cosa molto comune: ero alle poste in fila.
Ero li per poter prendere una raccomandata, c”erano moltissime persone:anziani bambini giovani coetanei persone di tutti i tipi insomma.
A un certo punto cominciai a sentire addosso un freddo stanno, di colpo il caldo, mi sentii arrossire cominciai a sudare e le gambe cominciano a tremare.
Una persona accanto a me: ricordo ancora si trattava di una signora anziana; mi si avvicinò con molta delicatezza e mi chiese scusi se mi permetto ma si sente bene?
Le dissi no signora, ho un po di influenza e penso che andrò a casa! Grazie.
Detto questo scappai letteralmente da quell”ufficio, quando arrivai a casa mi sentii sollevato, dopo circa due minuti il mio cuore cominciò a battere velocissimo avevo paura che mi venisse un infarto.
Questo racconto sinceramente mi costa molto, non è facile per me scrivere su una pagina che probabilmente vedranno molte persone le mie storie personali ma le scrivo perché spero che qualche persona che ha provato quello che ho provato io possa leggere riconoscersi e capire che non siamo soli.
Non molliamo!
Non mollare perché non è la fine del mondo, non è la morte, non è la fine della vita felice e solamente un momento in cui il tuo corpo, sempre secondo la mia esperienza vuole comunicarti qualcosa.
Questo momento può durare da pochi attimi a anni, dipende quando ti decidi ad ascoltarti veramente.
Tu ascoltalo e cerca di guardare in te stesso.
Sicuramente ti chiederai, che siccome parlo così adesso sto bene, ed è così, sto bene ma non pensare che io non ho problemi.
Tutti ne abbiamo, quello che cambia e fa la differenza è come affrontiamo questi problemi e come essi influenzano il nostro modo di reagire.Dopo tanto tempo ho cominciato a credere che sarei potuto stare bene da solo ci ho creduto veramente.
Mi sono messo a cercare hanno mandato in giro migliaia di e-mail, un dottore finlandese mi ha risposto, ho cercato di tradurre quello che lui diceva con l”aiuto di molti amici e ho scoperto che questa persona era incuriosita dai miei sintomi ed alle mie convinzioni sul fatto di poter risalire da solo, lui mi disse che non ero fuori strada e parlò di molte cose e mi parlò anche di una tesi di laurea o degli appunti che lui aveva ritrovato.
Era un documento abbastanza vecchio risaliva circa gli anni 70 80 ed era stato scritto da una infermiera che nel suo tempo libero seguiva corsi di medicina energetica e pnl questa donna combatteva con il panico che gli impedivano di lavorare .
Cominciò a soffrirne dopo un evento traumatico che l’aveva vista protagonista, chiaramente immagino che fare turni di notte come infermiera quando si soffre di attacchi di panico deve essere tremendo, teoricamente il suo compito era quello dare tranquillità ai pazienti e vivere non sia cosa facile.
Questa persona di cui si è perso il nome aveva scritto una tesi di laurea elencando i motivi fondamentali che portavano secondo lei a soffrire di ansia e attacchi di panico, e in questo documento proponeva tutta una serie di tecniche e lei aveva messo in pratica con successo.
Lo scritto era parzialmente corrotto mancavano alcuni pezzi e sono riuscito a venirne in possesso. Anche per fare questo ho dovuto superare la mia ansia recandomi personalmente in Finlandia nel 1991.
Ho cercato di tradurlo e da questo scritto ho capito molte cose, soprattutto, non so se vi capita mai, ogni pezzo che leggevo confermava alcune mie idee e questo mi riempiva di gioia da quel momento cominciato a capire che ero sulla buona strada.
In conclusione di voglio comunicare il messaggio di speranza che è quello di non arrendervi, chi non ha mai provato l’ansia di panico o la vera timidezza non sa come si può stare male, non sa come dura dover vivere da malati quando per tutti siamo perfettamente sani e la peggiore delle malattie (una delle peggiori) è una maledizione.
Ma dalla mia esperienza dico sempre che è stata forse una benedizione, ho cambiato completamente vita è come se avessi fatto un inversione totale di marcia, che mi ha portato a vivere pienamente la mia vita ovunque mi porti.