Quante volte mi sono detto: ho l’ansia cosa posso fare, e quante altre volte questa stessa “dichiarazione” fra me e me ha reso ancora più difficile calmare l’ansia che, saliva, saliva e non voleva saperne di andarsene.

In questo post parleremo proprio di questo, anzi, anche di questo: come le nostre parole influenzano le nostre emozioni e il nostro benessere.

Mi sono sempre chiesto se, in una certa misura, quello che dichiariamo nel nostro “pensiero” influenza come stiamo.La risposta, ora come ora, è sicuramente si.

Sapere che ho l’ansia è già brutto, ripetermelo con insistenza è ancora peggio.

Ok, adesso basta con i pensieri ad alta voce(scritti), adesso passiamo a questo articolo che cita nel titolo: ho l’ansia cosa devo fare?

In questo blog ho scritto molti articoli su come aiutare a sconfiggere l’ansia da soli, a volte penso che siano fin troppi, e mi chiedo se chi si ripete ho l’ansia cosa posso fare che, continua a ripeterselo, forse non vuole nemmeno levarsi di dosso questa pesantezza (sembra assurdo vero?).

Perdonatemi, nel caso qualcuno si senta offeso, vi assicuro che non è mia intenzione, ma, quello che mi fa pensare in questo modo è quando permetti di scaricare una tecnica valida, che aiuta, perlomeno, nel mio caso è stata utilissima (e non solo mio); e quello che ti senti rispondere via mail è:”scusi, ho l’ansia come faccio a calmarla?” A quel punto, gli chiedo:” Salve, ma, perdoni, lei ha scaricato la tecnica? Ha avuto dei problemi? La posso guidare nel download se lo desidera”.

La risposta giunge come “il sasso di Hallo Spank” di cui non ho trovato un’immagine, ma quella che segue riassume il mio stato d’animo.

Stato d'animo di Hallo Spank

Hello Spank è un Manga Giapponese, l’autore si chiama Shun’ichi Yukimuro e fù un grande successo, distribuito in Italia, le repliche si possono trovare su TimVision.

La risposta a cui mi riferisco è stata:”Vede, io non sò, non ci capisco… ho l’ansia, ma vorrei qualcosa di semplice, vede io prendo lo x–x e anche il a–n”, e seguì una sequela di farmaci i cui nomi sembravano il mio codice fiscale.

A quel punto, gli chiesi se avesse in qualche modo seguito l’esercizio, e gli dissi che, visto il miscuglio di farmaci forse era una buona idea sentire il suo medico, chiedere un parere sull’utilizzo di una tecnica simile.

Tecniche alternative se ho l’ansia?

Chiaramente, certe tecniche per la medicina ufficiale (non tutta) sono sciocchezze, ma, per quanto mi riguarda, sono state provvidenziali, il mio consiglio, non essendo un medico e ne un chimico, era dato dalla considerazione della mia ignoranza in materia di interazioni dei farmaci con il pensiero, non sia mai che qualche farmaco abbia effetti allucinogeni e, nel bel mezzo di una visualizzazione ci si immedesima talmente da fare un volo dalla finestra!

Ho l'ansia, ecco cosa si ripete chi prova queste emozioni: nell'immagine un uomo con un punto interrogativo.

Ho l’ansia, ma non ho voglia di impegnarmi.

Quindi, per riassumere, questa persona navigava da sito in sito scaricando di tutto, ma senza voler fare nulla.E’ chiaro che, per riuscire ad eliminare l’ansia non è sufficiente scaricare qualcosa, ma, a mio avviso, è necessario impegnarsi, altrimenti potremmo continuare all’infinito dicendo:”ho l’ansia cosa posso fare, come devo fare?”

Purtroppo mi rendo conto che molte persone hanno la sindrome del “portami a fare un giro”.

Ovvero, andare da qualcuno che, teoricamente ha la soluzione del problema ansia in mano, affidarsi, pensando che il fatto di farlo è già una soluzione.

Convinzioni limitanti quando hai l’ansia.

Questa convinzione è supportata dalla sensazione di sentirsi “sulla strada giusta”, e sull’aspettativa che, una persona qualificata, deve risolvere il problema ansia.

Ma spesso questo abbandono nelle mani di “chi” dovrebbe risolvere il problema ansia, senza un’interazione efficace, non risolve nulla.

Quindi ogni tipo di aiuto che, provenga da un professionista, da una guida di self-help, o da una qualsiasi fonte comprende uno “sforzo di volontà”.

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Quindi la storia che vi ho raccontato, quella della persona che declamava di avere l’ansia, ma che non voleva fare nulla, si riassume nell’idea che fino a quando, non si matura la scelta consapevole di voler cambiare, non si vedranno grandi risultati.

Ecco tre consigli per non dire più: ho l’ansia come devo fare?

Intanto, non si deve “fare” nulla, perché il fare rappresenta le cose che si fanno automaticamente( non intendo di non andare dal medico o lo psicologo, se vuoi fallo, intendo di non mettersi in lotta con le sensazioni.

Questo è importante, ti ricordi l’inizio di questo articolo, in cui parlavo del fatto di ripetermi “ho l’ansia come devo fare?”

Le parole che pronunciamo sono importanti, molto importanti.

Bisogna imparare a “ascoltare” quello che diciamo, non per propinarti la solita lezione sulle affermazioni positive, ma per dirti di essere “presente” a te stesso/a e ascoltarsi, questa è una manifestazione della presenza mentale contro l’ansia.

La presenza è fondamentale per scoprire quello che sbagliamo, perché se dichiariamo “ho l’ansia”, e questa ansia la abbiamo davvero, sicuramente, qualcosa la sbagliamo.

Liberissimi di credere che si tratti di sfortuna, di traumi su cui non puoi fare nulla, tranne ingurgitare pillole, oppure dare la colpa alla genetica.

Io personalmente ho cambiato le cose, ma solo quando ho compreso che, dipendeva da me. E dopo, la comprensione dei miei condizionamenti.

La scoperta dei condizionamenti.

Quando sono riuscito a scorgere con chiarezza, una parte di me, che seguiva pensieri e elaborava sensazioni che, in modo automatico mi portavano sulla strada dell’allerta continua.

Quindi ascoltare quanto pronunciamo è presenza mentale contro l’ansia.

 

Osservare il mondo che ci circonda è presenza mentale.

L’ansia, la paura, e le emozioni di panico vivono nel mondo dell’ego, dell’aspettativa, del “voler controllare tutto”.

Potrebbe stupirti come, una goccia di consapevolezza, guarisce più di molte altre gocce.

Quindi, ecco cosa ti consiglio:

Ascolta quello che dici, cerca di ascoltare senza giudicarti ma, inizia ad essere consapevole di quanto dici.

Prendi coscienza che, quanto ti accade dipende da te.

Assumi la responsabilità che siamo condizionati da “informazioni” e elaborazioni che probabilmente possiamo individuare e “limitare”. Semplicemente smettendo di seguirle, d’altronde c’è stato un momento in cui abbiamo iniziato a seguirle.

Spero di non averti tediato con le mie illazioni, ma se ci pensi bene bene vedrai che……

Un abbraccio.

 

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